Chi sei tu veramente? Tu che ancora mi parli dopo duemila anni e penetri il cuore come con una spada? Chi sei tu, Gesù, che mi provochi con i tuoi gesti, con parole durissime, gesti tenerissimi?
Mai un uomo ha parlato così, diceva la gente. Stando davanti a te non è possibile rimanere indifferenti; duemila anni fa, come oggi, la tua figura e le tue parole provocano e dividono, suscitano dibattiti, discussioni. Ma questa forse è la via verso la fede: il non cessare mai di interrogarsi.
Quel che è certo è che davanti a te è necessario porsi in ascolto, senza pregiudizio o presunzione. Occorre un cuore bambino, ricettivo e sgombro, che non tema le domande più scomode. Oggi voglio liberare il cuore come fosse nuovo, sgombrare la mente e mettermi davanti a te, guardarti, ascoltare le tue parole e chiedermelo ancora.
Chi sei Gesù per me?