Tu sei il Dio della gioia, della vita, della pienezza. Bontà e bellezza sgorgano dalle tue mani e hai fatto ogni cosa con sapienza.
Ci hai mandato tuo figlio Gesù, che si commuove e non resiste davanti alla sofferenza e nemmeno di fronte alla gioia; uomo che vive la vita nella relazione di cura ed attenzione, di vicinanza e gratuità, di verità.

Mi chiedo: quale testimonianza offro io di un Dio così? Che vangelo sto annunciando con la mia vita? Un vangelo di compassione e tenerezza, o di mortificazione e rigore? Un vangelo di gioia dell’incontro, della speranza, o quello delle pratiche quasi superstiziose, del volto serio e macerato?

La parola ha bisogno di testimoni credibili, di mani che costruiscano ponti per la gioia dell’incontro, di lievito che confuso alla farina produca pane profumato per la felicità di ciascuno.