Il regno di Dio è la cosa più normale di questo mondo; ci appartiene come ci appartengono i gesti, la pazienza, l’attesa, il lavoro di chiunque fatica e spera sulla terra, come ci appartiene lo stupore di veder crescere da un piccolissimo seme un germoglio, uno stelo, un fiore, una pianta.
È dono che, se accolto, mette in moto un processo di crescita semplicemente, umilmente, pazientemente e ci insegna ad attendere, sperare, vedere, raccogliere, gustare il frutto.
Il regno non viene in modo da attirare l’attenzione, è già dentro la vita e ne rispetta i tempi, è in continua crescita anche dentro le spaccature e le ferite del nostro mondo.
Non ci devono spaventare la lentezza, l’inapparenza: Gesù come seme morto nella nostra terra, è risorto, germoglio nuovo di vita, per sempre, per tutti.