Apro la mano: un solo talento; che farne? Mi guardo intorno: sembra che tutti ne abbiano più di me. Sono un po’ triste. Chiudo la mano, non voglio perderlo, è tutto ciò che ho!

Perché solo uno? Con uno solo non posso fare nulla. Anche gli occhi ho chiuso forte forte, non voglio più vedere nulla. Ma ecco un lamento giungere alle mie orecchie, un pianto nascosto, con pudore. Socchiudo gli occhi curiosa: un uomo povero, un fagotto di stracci, lì accanto; non chiede, guarda, lo sguardo della fame.

Ecco cosa farò di quel che mi hai dato: lo donerò per consolare, lo userò per placare una fame, lo condividerò per sollevare da un peso. Con gli occhi bene aperti ora, le mani spalancate, e la luce del sorriso che risplende e si moltiplica sui volti intorno.

Perché questo è il segreto: fare di ogni tuo dono un dono.