Quante volte ti ascolto, Signore, e le tue parole sono un suono lontano che non mi tocca e non mi scuote. L’abitudine attenua tutto, anche le cose importanti.

Quanto oggi mi dici mi sconvolge: se lo ascoltassi con il cuore, lo lasciassi penetrare lentamente, mi potrebbe commuovere sino alle lacrime. Sono amata personalmente dal Padre sino al punto che lui ha chiesto al proprio figlio, l’amato, di donare la sua vita per me, per ciascuno di noi. Gesù, il Figlio, non ci ha amato per scherzo, ma si è consegnato ed è morto per amore nostro.

Sapere questo, mi deve scuotere, provocare, aprire il cuore alla gratitudine, al rendimento di grazie. Siamo amati davvero, non dimentichiamolo; fissiamolo nella memoria perché sia certezza che guida la nostra vita.