La parabola del seme sparso con larghezza, senza badare a spreco, senza attenzione a dove esso cada, non racconta forse la condizione della nostra vita?
Il seminatore è Cristo e il seme è la parola, il suo vangelo di salvezza che egli fa giungere a noi in molti modi e in abbondanza. Noi siamo la sua terra a volte impermeabile e dura come asfalto incapace di accogliere la tenerezza di Dio; oppure occupata da sassi pesanti come tribolazioni, dolori, persecuzioni, e la gioia di Dio viene meno. Ancora, siamo terra sedotta da ricchezze e passioni che soffocano come spine il desiderio di Dio.
Ma una zolla di terra buona c’è e a lui basta questa perché ci incontri con la sua parola e porti frutto. Ascoltiamola, sentiremo la sua tenerezza, la sua gioia, il suo desiderio.