Gli scribi hanno fretta di dare una spiegazione ai miracoli che accadono, si scandalizzano e perdono la possibilità di ammirare la salvezza che sta avvenendo una volta per tutte e per tutti gli uomini.

Questa è la colpa che si autoinfliggono: non saper abitare il mistero, travisarlo e nonostante tutto parlarne. Attesa e contemplazione sono invece alcune delle chiavi per gustare la vittoria del bene sul male. Occorre il silenzio di chi cerca con tutti i propri sensi, non ha fretta e non pretende di trovare una risposta esaustiva nell’immediato, perché, in realtà alcune domande troveranno risposta solo nell’eternità. Nell’attesa e nel silenzio sgorga il linguaggio più vero e bello della lode.