Cantare è una delle azioni dell’uomo più belle e trasformanti. Si usa la voce esprimendo così appieno la propria umanità; si riempiono i polmoni d’aria e questo ci fa sentire davvero vivi e poi si modula l’armonia di un suono che innalza il nostro spirito e che illumina la nostra mente.
Tutto il nostro essere partecipa a questo scambio tra l’interiorità e l’esterno, mostrando agli altri la bellezza che ci pervade.
Ma il canto che intoniamo non deve essere la solita nenia, tra lamentele e autocommiserazione: possiamo fare di meglio. C’è sempre la possibilità di aprirci alla novità di Dio; lui aspetta, pur essendo lui l’ispiratore, di sentirci cantare la nostra melodia, quella che solo noi possiamo comporre.
Niente paura, nel coro del Signore c’è posto anche per gli stonati.