Da un po’ di tempo ti vedevo passare, fingendo di non ascoltarti lasciavo entrare le tue parole nel cuore e piano piano diventava tuo. Quando arrivasti quel giorno mi bastò il tuo sguardo su di me e, ancor prima di sentire le parole, ero in piedi, pronto a seguirti, libero, felice. Volevo solo venire con te e che altri come me sapessero, volevo che anche loro fossero liberati. Così il banchetto delle imposte si è trasformato in un banchetto per molti commensali.

Tu sei un rabbi speciale, che ama la tavola dove la bontà del cibo e la bellezza della compagnia aprono i cuori alla confidenza. Tu inviti a trasformare i nostri tristi banchetti in tavole imbandite per tutti. Ecco la tua Chiesa: una reciproca offerta di ciò che ognuno ha di buono; un invito a sfamarsi l’un l’altro, a colmare la solitudine.

E tu Signore seduto in mezzo a noi.