Ecco realizzato il sogno dell’umanità: tutti si capiscono, non c’è divisione. Eppure succede il disastro; gli umani senza distinzione sanno soltanto mettersi d’accordo per atti di superbia.
Facciamo una torre e conquistiamo il cielo, così non avremo più bisogno di niente se non di noi stessi. Ma Dio, che veglia sulla nostra stoltezza, intuisce il pericolo e interviene rimettendo in discussione questa effimera unità autosufficiente che l’umanità cerca ogni volta che pensa di potersi basare su regole che escludono la prospettiva divina.
Che tutti imparino a loro spese che l’imperfezione non sempre è un limite, ma che può diventare una ricchezza, perché solo nella molteplicità assomiglieremo a Dio che ha in sé tutte le diversità che lui solo utilizzare per un progetto di bene.