La parte finale del brano evangelico odierno afferma che in me c’è la luce; altrove Gesù ci chiama luce del mondo. Non è cosa da poco.
Io sono luce, perché Dio mi ha fatto così, a sua immagine, di lui che è la luce vera. Ma esiste il rischio che la mia luce perda vigore fino a diventare tenebra; ecco il prezioso invito di oggi: custodire la luce, perché illumini la mia vita e quella delle persone che incontro.
Dunque accumulare il mio tesoro in cielo potrebbe significare questo: tenere accesa la mia luce, tenerla brillante, vivendo nella luce dell’amore del risorto, nella sua speranza; lui che ha vinto la tenebra del dolore e del peccato. Se riconosco questo tesoro luminoso allora gli altri tesori terrestri diventano poca cosa, evanescenti, forse attraenti ma non così necessari.