Siamo costantemente tentati di ridurre la nostra relazione con Dio e con gli altri alla logica del do ut des.
Persino le rinunce fatte per seguire Gesù e il suo vangelo possono trasformarsi in un merito da esibire davanti a Dio. Sembrerebbe impossibile sottrarsi a questo movimento contrattuale. Tuttavia, ciò che è impossibile agli uomini non lo è a Dio; lui che vuole la nostra felicità non chiede dazi, ma ci copre di promesse. Gesù, che ci ha rivelato il volto e il volere del Padre, è venuto perché abbiamo la vita e l’abbiamo in abbondanza. Ci chiede di fidarci di lui, della sua parola.
Se abbandoniamo la vecchia economia del possesso, del tornaconto, possiamo sperimentare il centuplo dei beni, scopriamo una nuova comunione: fratelli, sorelle, madri, padri, figli che non sapevamo di avere.