Contempliamo oggi l’impossibilità di Zaccaria di esprimersi in parole, e il limite che ha provocato questa impossibilità: egli ha dato per scontato la sua missione, ha perso negli anni lo stupore di fronte alle cose di Dio.

Ha smarrito la capacità di meravigliarsi di fronte alla novità che Dio sempre attua nella vita di ciascuno. Non sa più riconoscere l’intervento di Dio, lui che compie meraviglie inaspettate anche dentro ai drammi dell’esistenza.

E noi? Siamo desti e vigili per fare spazio a Dio che si fa presente nella grotta di Betlemme?

Sappiamo credere all’avvento sempre nuovo della parola in mezzo a noi?

Lasciamoci stupire dalla parola del vangelo, da quel sole che ogni giorno sorge per noi dall’alto.