Ecco che la parola ci colloca nella nostra vera misura: quella dei figli amati. Infatti, chi mai prende per mano qualcuno per guidarlo sulla via, se non un genitore?

Certo, anche l’accompagnatore di un cieco, ma da questa interpretazione ci esenta la prima parte del versetto: «Io ti insegno per il tuo bene»; è una questione di amore. L’immagine nella quale identificarci è quella di un bambino, ancora incapace di discernere per sé bene e male. Il bene ci è insegnato, non lo inventiamo noi: fin dalle primissime pagine delle scritture ci viene detto questo. Così pure la strada su cui andare ci è mostrata, anzi siamo accompagnati nel viaggio.

La strada, la via è una sola: è Gesù. Colui che ce lo rivela e si fa compagno di viaggio è lo Spirito che ci attira al Padre, gridando in noi: Abbà!