Dopo aver messo le cose in chiaro, l’uomo può essere collocato nel mondo: un mondo adatto e ospitale, circondato da bellezze incomparabili e doni preziosi.

L’essere umano però non è un estraneo rispetto al suo creatore: Dio lo fa a sua immagine e somiglianza. Non proprio uguale, perché non è Dio; ma non tanto diverso, perché è suo figlio. Siamo più simili a lui di quanto crediamo, siamo più capaci di agire come lui di quanto immaginiamo, siamo pieni di doni più forti di quanto possiamo sperare.

Domandare di farci capaci di slanci totali d’amore, di perseveranza fino al sacrificio, di determinazione nel bene non è superbia: visto che, anche se non saremo mai come Dio, l’idea di farci così somiglianti è venuta al Signore e quindi non sarà poi così male.