Tra i numerosi dipinti che fino a due anni fa adornavano il Convento della SS. Annunziata a Genova e che sono stati recentemente trasferiti al vicino convento della Visitazione, si trova una notevole Natività, dagli echi luministici caravaggeschi, dove il Bambino, adagiato al centro della scena, diventa vera e propria fonte luminosa che accarezza e dà luce con i suoi raggi i visi adoranti di Maria e Giuseppe, due angeli e alcuni pastori. Non abbiamo notizie archivistiche sul dipinto, non appartenente storicamente al patrimonio artistico dell’importante sede Osservante dell’Annunziata di Genova, vero e proprio scrigno ridondante dei maggiori esponenti del Barocco genovese; proviene forse da qualche altro convento ligure soppresso nel corso del Novecento.
Alla Visitazione il dipinto è stato visto l’estate scorsa dal prof. Giacomo Montanari, storico dell’arte docente presso l’Università di Genova, il quale, rimanendone profondamente colpito e incuriosito, ha iniziato un’approfondita e appassionata ricerca su quest’opera totalmente inedita e sconosciuta, ma di così alta qualità pittorica. La sua ricerca, giunta fino alle coste della Sicilia, lo ha portato ad attribuire il dipinto al fiammingo Matthias Stom (Amersfoort, 1600 circa – dopo il 1645), pittore caravaggesco attivo lungamente in Italia e – in particolare – a Roma, a Napoli e in Sicilia a partire dal 1630. Si tratterebbe quindi dell’ultimo tassello, finora sconosciuto, di un ciclo di opere commissionate allo Stom dal conte Mazzarino eseguite in Sicilia verso gli anni ’40 del Seicento e poi transitate a Napoli in proprietà Carafa, dove sono riscontrate sino al 1801 ma dove all’elenco delle opere tuttora note presenti in collezioni private mancava proprio una Nascita di Gesù Cristo, le cui misure in palmi napoletani coincidono perfettamente con il nostro dipinto.
Con il consenso del Ministro Provinciale il dipinto è stato concesso in deposito temporaneo al Museo diocesano di Genova, dove in vista delle prossime feste natalizie è stato esposto al pubblico e presentato alla stampa e sarà oggetto di ulteriori studi anche in vista di un auspicabile e necessario restauro, viste le numerose lacune di colore presenti sulla tela, segno evidente di un percorso travagliato, che tuttavia non alterano la percezione della bellezza del dipinto e, anzi, ne accrescono il fascino e il mistero, quello stesso Mistero che Stom ha così magistralmente rappresentato.