«il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo» Gv 6,34.

La folla insegue Gesù sull’altra riva del lago, e il lago si riempie di barche e di illusioni. Fino ad una svolta: «Non Mosè, ma il Padre vi dà il pane dal cielo, quello vero». Dio dà. Due parole semplicissime, eppure chiave di volta del vangelo: Dio non chiede, Dio dà. Dio non pretende, non esige, Dio dà. Non dà pane in cambio di un potere sulle anime. Dio dà vita al mondo.

E per noi, cercatori di vita, affamati di vita, per noi sono queste parole: Dio dà vita. E la folla capisce, la folla a nome mio dice: dacci sempre questo pane. E la domanda diventa ordine, l’interrogativo si fa ingiunzione, la ricerca è finita. «Io sono il pane della vita, il pane di Dio».

Gesù annuncia la sua pretesa più alta: io ho saziato per un giorno la tua fame, ma posso colmare tutta la tua vita, riempire le profondità dell’esistenza. Le cose, lo sappiamo, non bastano mai. E le persone? Quando ci hanno dato tutto ciò che potevano darci, di affetti, stima, amore, capiamo «di conclamarci a vicenda immortali, con la morte fra le braccia» (Turoldo).

Neanche le persone colmano la vita. E se ne vanno. E ci limitano. E dicono: accontentati di noi. Ma Dio ci ha fatto il cuore più largo e più fondo di tutte le creature della terra messe insieme. L’uomo nasce affamato. Ed è la sua fortuna. Il bambino ha fame di sua madre, ed ella lo nutre di latte e di sogni. Gli sposi hanno fame l’uno dell’altro, e poi di un figlio che incarni il loro amore.

E quando una famiglia è completa e in armonia, dovrebbe sentirsi appagata. E invece l’uomo sente una felicità sempre minacciata. Ed ha fame e paura, desidera amici e teme tradimenti. Ha fame di corpi e poi di infinito.

La risposta a questa fame non è fra le cose create. La pienezza della vita non è dentro la vita, è fuori: un pane dal cielo. Pane è parola piena di significati e di gioia. Non indica solo un pugno di farina passato nel fuoco, ma indica tutto ciò che serve a mantenere la vita.

Indica Amore. Dignità. Pace. Libertà. Energia. Questo è il nostro pane quotidiano. Questo è Cristo, pane della vita, vita di Dio. Il miracolo di cui tracima il vangelo dice che non tutto si risolve nelle leggi che vedi, nelle regole che sai.

C’è una vita che sale dalla terra e la sentiamo forte e chiara. C’è una vita che discende dal cielo e la desideriamo, ma solo qualche volta, come i cercatori del lago. C’è in noi una vita che è istinto di conservazione e una che è istinto di dono. Una come istinto di difesa e una come bisogno di comunione. Vita di terra e vita di cielo, intrecciate tra loro. Gesù è colui che nutre la nostra parte di cielo, la porzione di eternità che la mano viva del Creatore continua a seminare in noi.

Ermes Ronchi