Siamo un piccolo gruppo, nato dal sogno di alcuni studenti dell’Istituto di Scienze Religiose di Vicenza, che desiderano realizzare il sogno di papa Francesco di essere discepoli missionari di una Chiesa accogliente. Il nostro nome, Impronte, simboleggia sia il cammino condiviso che l’impatto delle nostre testimonianze. Inizialmente composto principalmente da studenti di scienze religiose, il gruppo è cresciuto accogliendo molti altri, mostrando come lo Spirito Santo possa cambiare i piani e richiedere continuo discernimento.

Alcuni frati francescani minori ci hanno accolto nel loro convento sull’isola di San Francesco del Deserto a Venezia per un ritiro dal 24 al 26 maggio. Avevamo già organizzato vari eventi, ma sentivamo il bisogno di curare la parte spirituale, specialmente nell’anno dedicato alla preghiera per prepararci al Giubileo del 2025, tema della speranza. Tredici di noi hanno partecipato al ritiro, con curiosità e desiderio di “staccare”. Abbiamo trovato accoglienza, sentendoci come a casa, e abbiamo potuto orientarci verso Cristo, vivendo al ritmo della vita dei frati.

Il ritiro non ha rappresentato una chiusura, ma un’apertura alla fraternità. I frati ci hanno accompagnato con tre incontri su questo tema, arricchendoci con diverse prospettive. Abbiamo riscoperto l’importanza dell’ascolto reciproco e della preghiera condivisa, vivendo la liturgia delle ore insieme per la prima volta. L’icona dei discepoli di Emmaus ci ha ricordato che nessuno vive da solo nel Vangelo, ma in una fraternità che valorizza le diversità.

Ognuno ha condiviso non solo bisogni e paure, ma anche esperienze di Dio. Abbiamo imparato che le testimonianze si costruiscono anche attraverso le “piccole impronte” che spesso consideriamo marginali. Dobbiamo imparare a essere veramente immagine di Dio, camminando e pregando insieme, impronta dopo impronta, aiutati da guide come i frati francescani. È stato un arricchimento reciproco, per il quale rendiamo grazie a Gesù Cristo.